vignetta di Guglielmo Manenti


Con l’entrata in funzione del Muos di Niscemi e il potenziamento della base aerea di Sigonella – nuova capitale europea dei droni armati statunitensi, dopo il nulla osta del governo Renzi-Pinotti – la progressiva e massiccia militarizzazione che colpisce la Sicilia, unita a una gestione securitaria e criminalizzante dei flussi migratori, continua a opprimere la naturale vocazione di quest’isola a essere ponte di pace e solidarietà tra popoli e culture.

In questo contesto, Augusta rappresenta una delle principali basi navali del Mediterraneo a disposizione della VI flotta della Marina militare degli Stati Uniti e delle altre nazioni aderenti al Patto Atlantico. Per gli Usa, in particolare, Augusta bay, con il suo pontile Nato, è il braccio marittimo del più vasto complesso aeronavale (Naval Air Station) di Sigonella.

Di seguito vi proponiamo i video degli interventi tenuti in occasione dell’incontro pubblico, svoltosi il 20 maggio di quest’anno ad Augusta,  sul ruolo della città megarese come porto militare e nucleare Usa-Nato, nel contesto di una Sicilia oramai convertita in avamposto per le guerre in Africa, Medioriente e sud-est asiatico.

L’intervento di Pippo Gurrieri (Comitato No Muos Ragusa) su passato e presente della militarizzazione in Sicilia. Da un lato le principali vicende storiche che hanno segnato l’occupazione militare dell’Isola, dall’altro i movimenti e le resistenze territoriali contro guerre, militarismo e militarizzazione:

L’intervento di Gianmarco Catalano, attivista No War, sul tema della militarizzazione nel Siracusano e del rischio nucleare nel porto di Augusta. Tra depositi di missili e carburante, poligoni di tiro, antenne a microonde, pontili e istallazioni di supporto a navi e sottomarini nucleari d’attacco, quella del Siracusano è una delle aree a più alta densità di strutture militari in Italia:

Il servizio del Tg3 Sicilia del 20 maggio scorso sul presidio No Muos contro il G7 di Taormina e l’arrivo delle navi statunitensi di scorta a Trump nel porto di Augusta. Un presidio a cui hanno partecipato anche diverse/i attiviste/i del Comitato Stop Veleni per denunciare insieme la mancanza di un piano di emergenza esterna per il rischio atomico e rivendicare il blocco immediato al transito e alla sosta di navi e sottomarini a propulsione nucleare Usa e Nato nella rada megarese. No Muos, No war, No nucleare, No G7. Per una Sicilia e un Mediterraneo di pace e solidarietà tra i popoli:

Gianmarco Catalano