Vi azzopperemo tutti!

La campagna di gambizzazione contro la protesta palestinese

Mentre, incuranti dell’apartheid israeliano nei confronti della popolazione palestinese e della sua occupazione di ampi territori della Palestina, il Giro d’Italia è partito da Gerusalemme, da oltre un mese cecchini israeliani uccidono e gambizzano attivisti avversari.

Dal 30 marzo, nella Striscia di Gaza ha luogo ogni venerdì una mobilitazione popolare senza
precedenti, chiamata la Grande Marcia per il Ritorno. Come risposta, il governo israeliano
schiera sul confine decine di cecchini che sparano sulla folla proiettili veri. Dai “mezzi
tradizionali”, come gas lacrimogeni e pallottole rivestite di gomma per disperdere le
proteste, si è passati alla pratica di “mirare a ginocchia, femori o organi vitali”. Come la
vecchia pratica dell’esercito di spezzare le braccia ai giovani lanciatori di pietre durante la
Prima Intifada, la nuova tattica di “sparare per azzoppare“ indica l’intento di prendere di
mira bersagli ben precisi tra i dimostranti distruggendo i loro arti inferiori per minare la
resistenza della società palestinese. Sparare alle gambe come forma di tortura.

Per leggere l’intero documento:

2018.04 Vi azzopperemo tutti – Salute Internazionale – Stefanini

Sul giro d’Italia,:

Le ONG italiane contro il Giro d’Italia: «La partenza da Gerusalemme un grave errore»

Giro d’Italia 2018, la conferenza stampa di Tom Dumoulin a Gerusalemme © LaPresse

Michele Giorgio Il Manifesto GERUSALEMME 03.05.2018

https://ilmanifesto.it/le-ong-italiane-contro-il-giro-ditalia-la-partenza-da-gerusalemme-un-grave-errore/

Far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme è un «grave errore». Lo dice la Piattaforma delle Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, che riunisce più di 40 organizzazioni.

La scelta, scrivono le organizzazione non governative in un comunicato a poche ore dalla partenza (prevista per domani nella Città Santa) della corsa ciclistica, «è inopportuna perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale ’unica e indivisibile’ dello Stato di Israele e, di conseguenza, l’illegale annessione di Gerusalemme Est allo Stato di Israele, in violazione del diritto internazionale e di molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite».

Rischia inoltre di alimentare tensioni perché, sottolineano i firmatari, «il Giro d’Italia inizia in un momento assai difficile della storia palestinese, quando, dal 30 marzo ad oggi, l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha causato l’uccisione di almeno 44 civili palestinesi». Un evento sportivo, aggiungono, «che dovrebbe ispirarsi ai valori della solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli rischia dunque di essere strumentalizzato e svuotato del proprio significato e si trasforma in un atto di sostegno alla imposizione della legge del più forte».

Le ONG infine ribadiscono la loro netta «contrarietà alla scelta degli organizzatori del Giro d’Italia» e chiedono «un rinnovato impegno del parlamento e del governo italiani a porre al centro dell’agenda politica internazionale il rilancio dei colloqui di pace, per il perseguimento dell’obiettivo dei due popoli e due Stati».