Inaugurata la sede operativa di “Abbasso la Guerra”,

Il 14 ottobre, presso il Castello dei Comboniani di Venegono Superiore, è stata inaugurata la sede operativa Centro di Documentazione sui Movimenti per la Pace in provincia di Varese

Negli anni scorsi migliaia di persone in provincia di Varese, hanno partecipato e dato vita ad esperienze di movimento per la pace e per il disarmo, spesso in relazione con un arcipelago più vasto sia nazionale che internazionale di esperienze analoghe. Anche oggi, vi sono attori individuali e collettivi che operano in questa direzione. E auspichiamo che in futuro altri soggetti (individuali e sociali) si impegnino nello stesso senso.

Apriamo questo Centro di documentazione perchè siamo convinti che l’elaborazione delle lotte del passato e del presente possa essere una modalità importante per il futuro nostro impegno e per l’impegno delle future generazioni a costruire la pace attraverso il disarmo ed il ripudio della guerra.

Per questa ragione, abbiamo iniziato ad archiviare, catalogandolo, materiale che era “disperso” in archivi, sugli scaffali delle librerie, in scatoloni di protagonisti che vorremmo coinvolgere in questo lavoro di “generazione di una memoria collettiva”.

Il Centro è dedicato a Stefano Ferrario che fu un coerente attivista pacifista varesino e che è di esempio per tutti noi.

Il Centro di documentazione non sarà solo un deposito di materiale documentale proveniente da varie fonti e in varie forme (ad esempio abbiamo già oltre 900 libri o paper), ma anche un luogo in cui si cercherà di sistematizzarlo e di renderlo fruibile a chi può esserne interessato, anche grazie all’uso dell’informatica e della telematica.

I referenti del centro non saranno solamente i comitati o gruppi oggi attivi su guerra, pace, disarmo, nonviolenza, ecc., in provincia e fuori, ma anche, si spera, ricercatori, studenti e docenti universitari e non, la rete delle biblioteche, altri centri analoghi. In questo senso, il centro potrà diventare anche un nodo di reti diverse, che condividono obiettivi analoghi o prossimi.

La sede operativa dove archiviare il materiale e renderlo fruibile è una capiente stanza presso il Castello dei Missionari Comboniani di Venegono Superiore, messaci gentilmente a disposizione dalla Comunità presente.

Il Centro “Abbasso la Guerra” è una Organizzazione di Volontariato, registrata nello specifico Registro Regionale/Provinciale. E’ una ONLUS ed attualmente è sostenuta da una settantina di soci.

L’Associazione non persegue solo il fine di accudire la memoria delle esperienze varesine di movimenti per la pace e per il disarmo ma anche quello di educare al volontariato studenti minorenni e maggiorenni attraverso specifici percorsi di formazione teorico-pratica.

Nell’ambito della iniziativa è stato festeggiato anche padre Massimo Robol, di nuovo in partenza per la sua Missione in Mozambico, anche per la sua apertura e la sensibilità a queste tematiche.

Invitiamo tutti a sostenerci in questa preziosa attività.

 

Vedi anche:

Relazione Elio Pagani a Inaugurazione Abbasso la Guerra 14.10.2018

Buongiorno a tutte e tutti,

inauguriamo oggi la sede operativa di “Abbasso la Guerra”.

Abbiamo a lungo ragionato su quale nome dare alla nostra associazione, alla fine abbiamo deciso questo, per i seguenti motivi:

1°) ci sembra ben sintetizzare l’evoluzione dei Movimenti per la Pace in provincia, che affermano sempre più convintamente, di fronte agli impegni bellici assunti negli ultimi anni anche dal nostro Paese, la centralità dell’articolo 11 della nostra Costituzione, che la guerra ripudia;

2°) “Abbasso la guerra” fu la parola d’ordine che accompagnò lo sciopero generale del 27 settembre 1911, contro l’inizio dell’avventura coloniale italiana in Libia e che coinvolse anche lavoratori nel Varesotto;

3°) “Abbasso la guerra” fu il grido di donne di Rescaldina e dintorni che, nel 1915 imposero con picchetti la chiusura di una fabbrica di proiettili;

4°) perchè così si conclude una bella poesia di Gianni Rodari: “Viva la Pace, Abbasso la Guerra”.

Gianni Rodari, come sappiamo, è stato uno scrittore, un pedagogista, un giornalista, e poeta che visse a lungo a Gavirate, sulle sponde del Lago di Varese, riconosciuto per la sua “letteratura per l’infanzia” col premio Hans Christian Andersen. Ricordo ancora con piacere lo stupore dei miei figli di fronte alle sue storie, ad esempio quella dello “Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone”.

Abbiamo dedicato il Centro di documentazione a Stefano Ferrario, un tenace attivista varesino per la pace, purtroppo scomparso in circostanze tragiche, incredibili, ma che rimane un esempio da seguire per tutti noi. Giornalista, scriveva per la testata di Emergency, indagando sugli effetti della produzione bellica originata dalle aziende aeronautiche della nostra provincia, ma anche sull’attività della base NATO di Solbiate Olona. Si informava a fondo ed informava. Sensibilissimo, cercava di restare umano, ed indicava la strada col suo impegno diuturno a favore degli ultimi, in particolare dei migranti e dei senza tetto. Intelligente e generoso chiamava tutti alla coerenza, interpellando sindaci, parroci, dirigenti d’azienda e le nostre coscienze. Grande amico del Comboniano padre Zanotelli condivideva con lui la radicalità nella lettura apocalittica del presente. Il Centro di documentazione fu una sua idea.

Sappiamo che vi è una pluralità di movimenti pacifisti e di fondamenti teorici del pacifismo: dal pacifismo etico al pacifismo politico, dal pacifismo giuridico a quello religioso, da quello di ispirazione liberale a quello di ispirazione socialista o marxista, dal pacifismo anarchico a quello risorgimentale, dal pacifismo antimilitarista a quello nonviolento. C’è il pacifismo femminista. C’è il pacifismo analizzato dai sociologi e dagli storici. C’è una grande elaborazione didattica sul pacifismo che ha visto e vede protagonisti scuole ed università.

Vi sono analisi sulla guerra e sui suoi strumenti (eserciti e battaglie, ricerca e produzione militare, armi, strategie militari, basi, ecc) che vanno da quelle economiche a quelle psicoanalitiche, da quelle geostrategiche a quelle filosofiche, da quelle giuridiche fino alla critica propriamente pacifista della guerra stessa.

Vi sono espressioni artistiche: romanzi e poesie, dipinti e sculture, musiche e canzoni, foto e film sul conflitto tra guerra e pace.

Vi è una ricchezza di elaborazione, sfaccettata quanto è articolata la Pace che si vuole costruire; ecco allora che quando si vuole osservare il concetto di pace lo si vede come una strobosfera che irraggia la sua luce multicolore in tutte le direzioni, indicando come il suo approccio ad essa non possa essere monodimensionale.

Il Centro di Documentazione “Abbasso la Guerra” vuole riuscire ad essere un punto di riferimento in cui poter trovare tutti questi approcci, nel quale poter godere di questa ricchezza di elaborazione.

Abbasso la Guerra” vuole altresì essere punto di riferimento dei movimenti e soggetti per la pace che operano anzitutto in provincia di Varese, vuol essere un Centro di documentazione, appunto, costruito con loro, da loro, al loro servizio. “Abbasso la guerra” potrebbe diventare anche un Centro di elaborazione e di ricerca di alto livello, se vi è la collaborazione di tutti.

Dobbiamo anzitutto provare a ricostruire la storia dei Movimenti per la Pace in provincia di Varese, considerando le varie epoche storiche in cui si espresse il rifiuto ed il contrasto alla guerra e l’anelito a costruire la pace. La memoria è fondamentale e sappiamo che c’è chi vuole cancellarla per avere consumatori e non persone in grado di riflettere. La storia insegna, se la si vuole leggere.

Questa periodizzazione dovrebbe partire dal rifiuto dell’avventura coloniale, ad inizio del secolo scorso, proseguendo per la contestazione della Prima Guerra Mondiale, vista da alcuni come ultima guerra di indipendenza e da altri come “inutile strage”. Contro di essa, anche dalle nostre parti, crebbe l’antimilitarismo anarchico della diserzione e della renitenza alla leva, della disobbedienza e dell’indisciplina. A testimoniarne il rifiuto stanno anche i numerosi episodi di follia, di sofferenza psichica, di fuga mentale dalla guerra di fronte ad una realtà che rovesciava i valori, che era indifferente alle difficoltà delle famiglie contadine, e annullava le individualità e la dignità delle persone, ridotte a “carne da macello” e spesso punite con pesanti condanne fino alla fucilazione.

Le più recenti ricerche ci dicono come le denunce per renitenza, tra il 1915 ed il ’19, furono complessivamente quasi mezzo milione (470.000), le denunce per diserzione 189.425 e si conclusero con ben 101.685 condanne.

Quanti furono gli episodi di renitenza e diserzione nel varesotto?

L’arco di tempo che va dalla fine della 1^ guerra mondiale alla fine 2^, dalla rivoluzione sovietica (che come primo atto ritirò la Russia dal conflitto) al dilagare del fascismo e del nazismo in Europa e del totalitarismo staliniano in Russia, mostra come vengono annientati gli ideali di internazionalismo, pacifismo, uguaglianza e felicità che tanto avevano caratterizzato gli ideali socialisti e marxisti. E’ di questo periodo la più acuta critica economica al militarismo ed alla produzione bellica come nuovo terreno di accumulazione capitalistica. Sono di questo periodo la vocazione italiana alla guerra, al consolidamento di un impero coloniale sul “Mare Nostrum” e le leggi razziali, ma anche l’espressione di una resistenza antifascista a queste derive che sfocerà poi nella lotta partigiana, che, ove possibile, ebbe anche caratteri nonviolenti. La Costituzione che Ripudia la guerra è frutto del sacrificio partigiano, che voleva essere l’ultimo.

Quanti furono i passeur varesini che permisero ad ebrei, comunisti ed anarchici di attraversare il confine svizzero? Quanti furono i deportati “politici”varesini che, con le lotte operaie, avevano opposto resistenza al nazifascismo?

La 2^ guerra mondiale termina con 2 devastanti esplosioni atomiche che annientarono due intere città e fecero 250.000 morti dando inizio ad una corsa agli armamenti atomici e convenzionali come mai si era visto.

Il Patto di Yalta e la nascita dell’ONU, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo danno l’impressione di una pacificazione duratura. La nascita della NATO e successivamente del Patto di Varsavia segnano invece l’inizio della Guerra fredda e dell’equilibrio del terrore. Pacifisti illuminati rispondono col Manifesto Russell-Einstein e con il movimento “Partigiani della Pace”. In Europa nascono o si estendono movimenti cattolici e laici per la riconciliazione tra i popoli. In india lo sbocco positivo delle lotte nonviolente di Gandhi ed il suo popolo insegnano a tutti come ci si può liberare dall’impero. In Medio Oriente si forza la nascita dello Stato di Israele che da il via alla Nakba palestinese i cui nefasti strascichi ci coinvolgono ancor oggi. Il Post Stalinismo è segnato dalla Crisi di Cuba, il mondo rasenta la catastrofe nucleare e papa Giovanni XXIII, artefice del Concilio Vaticano II, con la Pacem in Terris dichiara la Guerra “aliena alla ragione”. La ripresa delle Guerre di liberazione anticoloniale e l’inizio della Rivoluzione culturale cinese galvanizzano molti giovani che sperano in un mondo più giusto e dunque pacificato. Nel 1961 Capitini promuove la Marcia nonviolenta Perugia Assisi.

Quali impatti hanno avuto il Manifesto Russell-Einstein, il movimento dei Partigiani per la Pace e l’iniziativa nonviolenta nel Varesotto?

La Guerra del Vietnam diviene totale, l’opposizione ad essa aumenta di intensità facendo germogliare un movimento per la pace nuovo, internazionalista ma meno vincolato alle ideologie e più legato alla critica della società opulenta: opulenta anche nella corsa agli armamenti. Sono gli anni dell’affermarsi del Movimento Operaio e Studentesco. La Teologia della Liberazione viene soffocata dalle Dittature Latinoamericane e da una Chiesa ancora incapace di prendere la parte degli impoveriti. Dopo gli Accordi SALT, i Trattati TNP e ABM pongono le basi per l’inversione della folle corsa nucleare che ha accumulato arsenali apocalittici. Il primo shock petrolifero e l’emergere della consapevolezza dei limiti dello sviluppo materiale e della crisi ambientale generano un movimento ecopacifista.

In Italia la “Strategia della tensione” determina spinte centrifughe divenendo una delle cause della crisi dei movimenti di massa. Nonostante questo, l’obiezione al servizio militare per motivi politici e filosofici, oltre a quelli etico-religiosi si afferma come mai prima. L’analisi dell’esercito come istituzione autoritaria che serve a mantenere un rapporto di pericoloso dominio dello Stato sulla società civile, si collega alle lotte più ampie per i diritti civili condotte nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri, negli ospedali psichiatrici. Decine di obiettori finiscono in carcere, e nel 1972 viene approvata la prima legge che ammette l’Obiezione di coscienza ed istituisce il Servizio Civile.

Quali sono i riscontri di questo fenomeno nella nostra provincia?

Nella seconda metà degli anni settanta e per tutti gli anni ottanta si afferma, guidata dalla FLM, l’iniziativa nelle fabbriche a produzione bellica per un controllo delle esportazione di armi e per la riconversione al civile. Tale iniziativa, che ha respiro europeo, coinvolge delegati e lavoratori del settore aeronautico Varesino. La Marcia per la Pace di Pax Christi organizzata a Varese nel 1976 ed il Movimento Contro i mercanti di morte, che vedrà luce negli anni ’80 favorirà i rapporti tra attivisti pacifisti e delegati delle fabbriche belliche.

E’ del 1978 la rivoluzione Komeinista in Iran destinata a cambiare i giochi sullo scacchiere mediorientale ma non solo.

All’inizio degli anni ’80 la crisi degli Euromissili spinge in Italia alla formazione di un nuovo Movimento per la pace, che concentra l’azione contro i missili Cruise a Comiso. Le circostanze portano il movimento a svincolarsi completamente dai partiti. Anche in provincia di Varese si diffondono a livello di base i Comitati per la pace che si organizzano poi in rete. La loro formula è “uniti e diversi”. La loro capacità di azione coinvolge anche Enti locali. La connessione tra questi comitati e alcuni delegati dell’industria bellica consente di coinvolgere anche importanti realtà metalmeccaniche. Inizia a diffondersi anche da noi un intervento capillare di educazione alla pace nelle scuole. Spesso la didattica è innovativa ed utilizza anche strumenti come il “Teatro dell’Oppresso”. A livello europeo nasce lo END European Nuclear Disarmament in grado di fare da trait d’union tra le varie realtà nazionali di movimento. Significativo il ruolo del Movimento Nonviolento che, anche in provincia di Varese, miete successi col lancio della Obiezione di coscienza alle spese militari. La nuova leadership sovietica di Gorbachev favorisce la sottoscrizione dei Trattati INF e CFE per un significativo disarmo nucleare e convenzionale in Europa. Nell’89 il crollo del Muro di Berlino e successivamente lo scioglimento dell’URSS e la fine dell’Apartheid in Sudafrica fanno ritenere che la Guerra Fredda lascerà spazio ad un mondo pacificato. Si parla di “Dividendi di pace” e di riconversione dell’industria bellica nell’URSS e in Europa (Progetto Konver). La crisi dell’industria bellica, vede contrapporsi, anche in provincia di Varese, la lotta per la diversificazione e riconversione al civile da una parte e una ristrutturazione efficentista dall’altra. Alla fine del decennio si afferma l’iperglobalizzazione finanziaria e produttiva che stimola lo sviluppo di Movimenti no-global che denunciano i pericolosi squilibri sociali ed ambientali che il fenomeno produce. In Italia nel 1990 viene approvata la legge 185, il cui scopo è il controllo e la riduzione della esportazione di armi. Tra le spinte che ne hanno favorito l’approvazione c’è quella proveniente da un’ampia area di cattolici organizzati nei “Beati i costruttori di pace”.

Il quindicennio che si apre nel 1990 con la Prima guerra del Golfo segna il tempo della “liberazione della Guerra”.

Nonostante i Trattati START e SORT (risultati inerziali delle precedenti politiche gorbachoviane) riducono gli arsenali delle due superpotenze offendo un terreno su cui costruire una sicurezza globale comune.

Al contrario i nuovi orientamenti strategici USA e NATO (che violerà il suo Statuto) e l’implementazione del NMD Nuovo Modello di Difesa italiano (introdotto in violazione articolo 11 della Costituzione), demoliranno interi stati ed il Diritto internazionale imperniato sullo Statuto ONU, il cui scopo era di rendere illegale la guerra per liberare le nuove generazioni da quel “flagello”.

E’ il dispiegamento di quelle che possiamo chiamare “neoguerre” poiché giustificate da una “neolingua” che le presenta come intervento umanitario o di esportazione della democrazia o come prevenzione del terrorismo: tra queste annoveriamo la Guerra in Somalia, la Guerra alla ex Jugoslavia, la Guerra in Afghanistan (ancora in atto e presentata come reazione difensiva dall’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono), la 2^ Guerra del Golfo con l’invasione dell’Iraq.

Massicce manifestazioni pacifiste di contrapposizione alla guerra riescono ad assumere un rilievo internazionale, tanto che i mass-media definiscono il Movimento per la Pace “Seconda Potenza Mondiale”. Fioriscono in Italia espressioni di resistenza professionale: di giuristi, di avvocati e di scienziati contro la guerra, punti di riferimento per gran parte del movimento. Anche Emergency lo sarà. E’ anche il tempo dei Forum Sociali Mondiali dove si sperimenta una capacità di progettazione e realizzazione dal basso di un “Altro mondo” come reazione intelligente alla iperglobalizzazione. Si sviluppa l’azione contro le “Banche armate” e si pongono le basi per una “Banca Etica”. Anche in Italia si sperimentano iniziative di movimento che uniscano opposizione alla guerra e costruzione di una economia alternativa capace di generare condizioni di pace.

Un approccio che doveva essere stroncato, la repressione di Genova ne è un tentativo.

Le guerre in Iraq e Jugoslavia spingono molti giovani e movimenti a rilanciare, innovandolo, l’impegno internazionalista e pacifista che li aveva visti protagonisti negli anni ’60 e ’70 in America Latina ed in Africa. Questa volta la presenza prendeva la forma di “Ostaggi di pace”, “Interposizione nonviolenta”, “Solidarietà concreta”. Alcuni partirono anche dal Varesotto.

In provincia nasce anche DisArmiAmoLaPace, un movimento che, per la prima volta mette in modo significativo al centro della critica la relazione tra le guerre che si consumano e la produzione bellica realizzata nelle aziende del territorio. La massiccia raccolta di firme per il rilancio della Legge regionale per la Riconversione dell’industria bellica, conquistata anni prima dalla lotta dei “Cassa integrati Aermacchi per la Pace e il Diritto al lavoro”, ne è un esempio.

I primi anni del nuovo millennio si aprono con una nuova corsa agli armamenti, caratterizzati dall’essere netcentrici come i cacciabombardieri di 5^ generazione. Grande impulso avranno i droni e le armi robotiche integrate da intelligenza artificiale. Si afferma una nuova concezione filosofica e militare: la “Tanatoetica”, l’etica dell’uccisione a distanza, dell’uccisione “asettica”, dell’omicidio deciso da macchine ed algoritmi.

Dopo l’illusione delle “Primavere Arabe” si diffonde il terrorismo dello “Stato islamico” partner attivo della neoguerra permanente. Lo scontro per l’accaparramento delle risorse o l’affermazione egemonica si declina nella demolizione dello Stato libico, con la guerra in Siria e nel Medio Oriente, con la proliferazione delle guerre in Africa.

Nell’ottica della “Necropolitica” si erige la “Fortezza Europa”, con l’Italia in prima linea, quale risposta alle crisi umanitarie e alle migrazioni bibliche.

Il Trattato New Start non riesce ad impedire il rinnovamento degli arsenali delle superpotenze nucleari, Israele compreso, a cui si affianca quello, piccolissimo in confronto, della Corea del Nord. In compenso 122 paesi firmano all’ONU il “Trattato per la Proibizione delle armi Nucleari”, Trattato osteggiato dai nostri Governi e dalla NATO. Grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo, Papa Francesco è chiarissimo nella sua denuncia contro le armi e chi le produce e commercia e, nella “Laudato Si’” indica come rispondere congiuntamente alle crisi ambientale, geopolitica e sociale.

Nel frattempo, l’attacco alla legge 185 spinge alcune aree di movimento a creare RID, la Rete Italiana per il Disarmo. Suo compito: elaborare sul fenomeno dell’esportazione di armi e sulla capacità della legge di resistere alle pressioni che ne vogliono ridurre l’efficacia. L’azione si collega con le campagne contro le mine antiuomo e le cluster bombs e assume un respiro internazionale con la campagna ATT sulla regolamentazione del commercio di armi. Il suo metodo è quello di un serrato confronto con le istituzioni che si spingerà oggi a porre la questione delle Bombe RWM all’Arabia Saudita usate nella Guerra in Yemen. Con le stesse modalità RID, nel tempo, estenderà il suo intervento alla spesa militare, al contrasto del cacciabombardiere F35, al sostegno del “Trattato per la Proibizione delle armi nucleari”, al contrasto delle armi autonome.

Pur sostenendo la campagna per una “Difesa civile non armata e nonviolenta” non riesce però ad affrontare compiutamente la questione della visione interventista contenuta nel Nuovo Modello di Difesa e della subalternità al bellicismo della NATO. Temi che invece vengono affrontate da altre aree di movimento tra le quali il “Forum Contro la Guerra”, che è nato proprio qui al Castello dei Comboniani di Venegono, a seguito del successo di una manifestazione indetta, nell’ottobre 2012, dal Comitato varesino “Nessun M346 a Israele” contro l’esportazione di caccia-addestratori AleniaAermacchi al regime israeliano.

Le iniziative del Forum Contro la guerra, puntano anzitutto a mettere in rete i soggetti che in varie parti d’Italia resistono alla guerra mettendo all’indice i suoi strumenti: ricerca militare, produzione e commercio bellico, basi e poligoni militari. Con la sua iniziativa offre una sponda per rilanciare l’azione contro gli F35 a Cameri, il MUOS a Niscemi, la Base di Camp Darby a Pisa, le installazioni militari sarde, le aerobasi nucleari di Ghedi ed Aviano, ecc..

I movimenti per la pace nel Varesotto dunque sono vivi, lo testimoniano anche le migliaia di firme raccolte di recente a favore del disarmo nucleare, la partecipazione massiccia alla Perugia-Assisi, le manifestazioni contro le politiche governative sui migranti, le iniziative di sostegno a Mimmo Lucano e al modello Riace, la prossima manifestazione contro la Base NATO di Solbiate Olona….

Abbasso la Guerra” vuol far tesoro del prodotto di questi movimenti per dare un contributo a costruire un mondo di Pace.

Per concludere devo ricordare che la nostra associazione si è assunta anche il compito di avvicinare al volontariato studenti minorenni e maggiorenni attraverso specifici percorsi di formazione teorico-pratica, percorsi che permetteranno loro di sperimentare sul campo il prendersi a cuore i problemi che affliggono la nostra società e l’aver cura delle persone coinvolte in queste situazioni.

Infine un sentito ringraziamento a padre Massimo che in questi anni ci ha seguito con grande condivisione di intenti. Riparte per il Mozambico, ma scommetto che lo sentiremo ancora tra noi, poiché il nostro cuore sarà con lui. Per chi vuole più tardi condivideremo con lui un momento di preghiera.

Vi invito a visitare anche la mostra, intitolata “Abbasso la Guerra”, realizzata da Francesco Pugliese e che sarà presentata da Laura Tussi e Fabrizio Cracolici.

Ora andiamo a tagliare il nastro della sede.

W la Pace, Abbasso la guerra !!!