Al termine della manifestazione di Ghedi del 20 gennaio 2018, si è annunciato un rilancio della mobilitazione antinucleare attorno a tutti i luoghi nevralgici del Potere nucleare in Italia, dalle aerobasi ai porti, dai siti di stoccaggio ai luoghi di produzione dei vettori (in Italia gli F35), in tutti quei luoghi cioè dove non si ha la certezza assoluta che queste armi non ci siano. Una iniziativa alla Base di Aviano il 18 marzo 2018 è il prossimo appuntamento. Questa aerobase ospita almeno 50 bombe nucleari B-61.

Come per Ghedi, questa proposta di mobilitazione si incastona in una serie di iniziative che hanno fatto la storia della opposizione alla presenza delle armi nucleari, sono davvero decenni che la popolazione, Comitati organizzati, associazioni come i Beati i Costruttori di Pace, Parrocchie si sono attivate contro questa presenza letale.

Tra i soggetti spontanei  ricordiamo il “Comitato Via le Bombe” e il “CUCA 2000 – Comitato Unitario Contro Aviano”. Tra le iniziative del mondo cattolico che hanno sempre suscitato interesse e partecipazione vi è la Via Crucis Pordenone-Aviano che nel 2016 era alla sua ventesima edizione. Domenica 18 marzo vi sarà una nuova edizione di questa iniziativa. Vorremmo che tutti si convergesse per manifestare unitariamente l’opposizione alle armi nucleari e il sostegno al Trattato di proibizione delle armi nucleari, che vede l’opposizione della NATO e la subalternità a questa posizione dei suoi membri, il nostro Governo compreso.

Di seguito alcuni assaggi delle iniziative trascorse:

1) 2016 – La ventesima Via Crucis Pordenone – Aviano:

20^ VIA CRUCIS PORDENONE-BASE USAF DI AVIANO 13 MARZO 2016

Nel ricordo di Giulio Regeni,Vittorio Arrigoni,Valeria Solesin

Partenza ore 13.30 dalla piazzetta S. Marco davanti alla cattedrale

Arrivo base Usaf di Aviano ore 18.00

un bus-navetta riporterà al punto di partenza

A cura di: Beati i costruttori di pace Pordenone – Padova • Centro di accoglienza “E. Balducci” Zugliano (UD) • Comunità “S. Martino al campo” Trieste • Emergency • Comboniani Padova • ACLI Regionale FVG • Casa di accoglienza Oasi 2 Pordenone

NON ABBIATE PAURA”
dal Vangelo di Matteo 28,5-10

La costruzione della pace è un cammino in salita, continuo, quotidiano.
La Via Crucis Pordenone – base Usaf di Aviano si propone come segno di questo percorso indispensabile ed esigente che raccoglie violenze, drammi, morte e ripropone il progetto di una umanità umana nella quale uguaglianza, libertà, fratellanza, nonviolenza attiva, premura e custodia della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi non restino dichiarazioni ma diventino disponibilità, impegno, esperienze positive.
Sentiamo presenti fra noi Vittorio Arrigoni, Valeria Solesin e Giulio Regeni ucciso in modo terribile.
La follia della guerra si espande in questo tempo della storia in modo preoccupante, le violenze si susseguono, il terrorismo dei fondamentalisti e quello degli Stati si concretizzano nella loro brutalità in modo evidente o subdolo e nascosto. La fabbricazione e il commercio delle armi arricchisce i pochi spregiudicati e uccide  moltitudini, il 90% civili, impressionante il numero dei bambini; migliaia sono i morti nei viaggi della disperata speranza di moltitudini di migranti, ancora stragi di bambini.
Potrebbe subentrare un senso di impotenza e di scoramento.
Nello stesso tempo incontriamo ragazzi e ragazze, donne e uomini, comunità, protagonisti di giustizia e di pace, qui nella parte di mondo in cui noi viviamo e nelle tante altre diverse con cui ci sentiamo in relazione. Quotidianamente scopriamo segni di speranza, fra i quali avvertiamo in modo particolare con gratitudine Francesco vescovo di Roma e papa. Invitiamo a percorrere con noi questa XX via Crucis Pordenone – base Usaf di Aviano: sentiamo più di sempre l’importanza di porre questo segno di meditazione e di preghiera, di riproposizione di progetti, di dedizione e di impegno.
Gesù di Nazareth continua ad interpellarci per condividere con lui il progetto della giustizia e della pace, si rivolge a ciascuna e ciascuno di noi perché ci uniamo a formare il noi dei costruttori di pace.
Le sue parole e i suoi gesti, la sua fedeltà e coerenza continuano a coinvolgerci; la sua paura, sofferenza e morte a commuoverci insieme a quelle di tutte le persone e i popoli crocifissi; il suo amore incondizionato ci sollecita, la sua presenza di risorto ci consola, ci incoraggia e nutre e sostiene la nostra speranza.
Vi invitiamo a partecipare a questa ventesima Via Crucis per riflettere e pregare insieme.
In un momento storico in cui le paure si diffondono, ci proponiamo di ascoltare persone e comunità che sono riuscite a superarle e a porre segni di speranza: le paure del popolo, quelle di chi ha responsabilità religiose e politiche, le paure dei discepoli, quelle che ha vissuto Gesù sono presenti in noi e fra di noi. Camminiamo per favorire il superamento delle paure. Sentiamo presenti fra noi Vittorio Arrigoni, Valeria Solesin e Giulio Regeni ucciso in modo terribile e crudele al Cairo. Per la sua profondità umana, sensibilità di cuore, per l’apertura di coscienza e di intelligenza al mondo e alle sue diversità, per il senso di libertà ed impegno lo sentiamo con commozione compagno di viaggio.
La violenza brutale e la morte che ha subito hanno evidenziato in modo drammatico la violazione dei diritti umani, di fatto nascosta e taciuta in nome dei presunti equilibri politici e degli affari economici.
Camminiamo insieme a Gesù di Nazareth, ucciso e risorto e ai profeti e martiri: donne , uomini e comunità… essere donne e uomini di pace riguarda il senso stesso della nostra vita.

Vi invitiamo a camminare insieme

INTRODUZIONE:
Non abbiate paura” dal Vangelo di Matteo 28,5s
riflessione di don Pierluigi Di Piazza – Zugliano

1° STAZIONE:
La paura del popolo” dal Vangelo di Marco 15,6-15
riflessione dell’ing. Antonio Silvio Calò – Treviso

2° STAZIONE:
La paura dei religiosi” dal Vangelo di Matteo 26,57-68
riflessione di suor Eugenia Bonetti – Roma

3° STAZIONE:
La paura dei politici” dal Vangelo di Matteo 27,11-26
riflessione del magistrato Manuela Fasolato – Brescia

4° STAZIONE:
La paura degli apostoli” dal Vangelo di Marco 14,43-52
riflessione dal “Patto delle catacombe”
Concilio Vaticano II – 1965

5° STAZIONE:
La paura di Gesù” dal Vangelo di Marco 15,33-39
riflessione di don Gigi Fontanot – Fiumicello

http://www.centrobalducci.org/easyne2/LYT.aspx?Code=bald&IDLYT=359&ST=SQL&SQL=ID_Documento=2621

Vedi anche: dal Messaggero Veneto 13.03.2016

2016.03.13 Via crucis in Base vent’anni dopo Anche il vescovo con i pacifisti

2) Raccolta di Firme contro il Pericolo Nucleare

Oltre 1.500 firme anti-nucleare

«Bombe in Base, troppi rischi». Il comitato coinvolgerà il sindaco

Messaggero Veneto – 31 maggio 2015

Sono 1676 le firme raccolte in provincia (più 60 extraterritoriali) dal comitato “Rischio Nucleare” per sollecitare le istituzioni a promuovere esercitazioni e momenti di istruzione sulle misure di sicurezza nella eventualità di catastrofi legate alla presenza di testate nucleari nella base di Aviano. La petizione sarà consegnata al primo cittadino di Pordenone nonché al presidente della Provincia Claudio Pedrotti il 5 giugno in un incontro pubblico…

Vedi anche:

2015.02.15 Aviano Pordenone Costituito il comitato anti-rischio nucleare

 

3) Resoconto di un intervento di un attivista del CUCA 2000:

Negro: «Alla fine paghiamo sempre noi»

Posted on March 27, 2009 by cuca2000

dal Messaggero Veneto di Venerdì, 27 Marzo 2009

Rc alla Via Crucis di domenica. Critiche anti-Usa dal Comitato contro Aviano 2000
I danni del jet
«Continuerò a battermi perché siano coloro che vivono su un territorio a poter dire l’ultima parola sull’uso dello stesso, sicuramente quando vi sono minacce concrete e ripetute di morte. Anche per questo, come sempre, parteciperò domenica 29 marzo alla Via Crucis Pordenone-Aviano». Michele Negro, Rifondazione comunista, invoca un percorso «di non violenza, di rispetto della vita e dell’autodeterminazione dei popoli contro logiche di morte, di attacco ai diritti e alla civiltà». Sull’avaria che ha coinvolto un F-16 decollato dalla Base di Aviano martedì scorso, Michele Negro sostiene che «applicando alla lettera le motivazioni della Cassazione, nel respingere la richiesta dei 5 pacifisti pordenonesi di almeno risarcire l’ingombrante presenza di armi di distruzioni di massa ad Aviano (in violazione delle convenzioni internazionali di non proliferazione nucleare), l’incidente accaduto a Tamai non sarebbe nient’altro che un atto dovuto e necessario, ammesso e previsto dai trattati italo-americani che possono decidere della vita e della morte dei cittadini italiani». Il fatto che a pagare materialmente gli ingenti danni dello sganciamento dei serbatoi sia lo Stato italiano, «in pratica tutti noi contribuenti, è l’ennesima beffa e violenza commesso sui cittadini».
Secondo il Comitato unitario contro Aviano 2000, invece, l’incidente «non è che l’ennesimo che la popolazione subisce tra Friuli, Veneto e Trentino». In mezzo a questi «gravi “effetti collaterali” come si chiamano in gergo militaresco vi sono una miriade di danni causati dall’attività della Base di Aviano come l’inquinamento acustico, delle falde e dell’aria, la costruzione di alloggi e viabilità ad hoc per servizi e attività che saranno poi dismesse o comunque inservibili».

https://cuca2000.noblogs.org/post/2009/03/27/negro-alla-fine-paghiamo-sempre-noi/

Vedi anche: Diserzione chiama Aviano, un incontro con Chris Capps

2009.06.26 DISERZIONE CHIAMA AVIANO con Chris Capps

 

4) Assemblea annuale del Comitato “Via le Bombe” del 16 maggio 2007

Assemblea annuale del Comitato via le Bombe Aviano

Ciao,
vi ricordo ancora una volta l’appuntamento di sabato 19 per l’assemblea del Comitato. Qui di seguito trovate il Comunicato stampa testé diffuso ai media, con il programma aggiornato…

Colgo l’occasione per informarvi di alcune altre iniziative cui parteciperemo nei prossimi giorni. Il 18 maggio, con inizio alle ore 21, presso il Centro Anziani del Parterre di Piazza della Libertà a Firenze, ci sarà un’intera serata dedicata alla nostra azione legale. Interverranno fra gli altri Marina De Giusti, vicepresidente del Comitato, e Bepi Rizzardo, uno dei cinque attori, oltre agli avvocati Lau e Giangiacomo.

Il 19 maggio, invece, a Trieste, presso la sede del Comitato ’Pace e Convivenza’, in via Valdirivo 30, alle 11.30, ci sarà un incontro pubblico cui parteciperà, fra gli altri, il sottoscritto. Tale incontro segnerà la partenza del ramo ’nord-est’ della Carovana contro la guerra, che il giorno dopo passerà per Aviano e si ricongiungerà a Vicenza con il ramo proveniente da Milano e Ghedi. Purtroppo, non sono ancora in grado di darvi ulteriori dettagli sul percorso e sui tempi della carovana, cosa che spero di fare nei prossimi giorni… COMUNICATO STAMPA

Si terrà sabato prossimo, 19 maggio, a partire dalle ore 16.00, presso l’oratorio di Vallenoncello (PN Sud), l’assemblea generale del Comitato ’Via le Bombe’, costituitosi ufficialmente un anno fa per sostenere l’azione legale contro il governo Usa che chiede l’eliminazione delle atomiche presenti ad Aviano.

A dodici mesi di distanza, è tempo di un primo bilancio, di quella che peraltro si profila come una lotta ancora lunga. L’azione civile ha ottenuto il primo risultato di portare il problema nelle aule giudiziarie ed ora siamo in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, chiamata a decidere se il giudice ordinario sia o meno competente in materia. Nel corso dell’assemblea avremo modo di approfondire con i nostri legali questa nuova fase processuale, analizzando insieme il ricorso in Cassazione che è stato presentato proprio in questi giorni.

Accanto all’azione giudiziaria, c’è stato però anche una notevole attività di informazione e sensibilizzazione, sia a livello locale che nazionale ed internazionale. L’assemblea sarà l’occasione per ripercorrere insieme le tappe salienti di questo intenso anno.

L’informazione si è però coniugata con l’azione e con iniziative di solidarietà con altre lotte contro il nucleare e la militarizzazione del territorio. A testimonianza dei forti legami che si sono creati, abbiamo invitato alla nostra assemblea rappresentanti del movimento contro il ’Dal Molin’ di Vicenza, del neo-costituito Comitato ’Via le Atomiche’ di Ghedi e della Tavola per la Pace di Trieste che da anni si impegna perché i porti di Trieste e Capodistria non siano più messi a disposizione dei sottomarini nucleari statunitensi.

A conclusione dell’assemblea, i partecipanti saranno invitati a confluire nella manifestazione/fiaccolata organizzata in serata da Emergency per chiedere la liberazione di Rahmatullah Hanefi.

Per il comitato ’Via le Bombe’: Tiziano Tissino

Mercoledì, 16 maggio 2007

http://www.ildialogo.org/pacedalbasso/annualevia16052007.htm

per scaricarlo:

2007.05.16 Assemblea annuale del Comitato Via le Bombe Aviano 1

5) Circa la complessità della tematica delle basi, nucleari e non, in Italia conviene leggere, tra l’altro il seguente articolo che parla della basi di Ghedi, Aviano e Vicenza:

DA GHEDI AD AVIANO, PASSANDO PER VICENZA
IL MISTERIOSO STATUS GIURIDICO DELLE BASI USA

Di Claudio Morselli

Luca Benedini, del movimento pacifista di Mantova, ci ha inviato questa lettera, che ci consente di allargare ad Aviano e a Vicenza la riflessione sull’extraterritorialità che abbiamo fatto, nel numero scorso, sulle bombe atomiche dislocate alla base militare di Ghedi.

La questione dell’extraterritorialità o meno delle basi militari statunitensi in Italia appare tuttora un vero e proprio “mistero istituzionale”. Una decina d’anni fa, in Friuli il “Comitato Unitario contro ‘Aviano 2000’” denunciava che nel 1951 il governo italiano ha regalato l’aeroporto di Aviano agli Usa “con un accordo che, a quarantacinque anni di distanza, è ancora segreto, alla faccia della Costituzione e delle stesse norme contenute nel Patto Atlantico. Da allora, l’aeroporto […] è di fatto un pezzo d’America, con tanto di extraterritorialità” (ciò perlomeno da quanto appariva dal comportamento delle parti in causa). In seguito, Il Manifesto del 5/2/1998 riferiva che, “quando il Comitato ha chiesto precisazioni sulla natura giuridica della base” di Aviano, “il Governo in un primo tempo rispose che si trattava di ‘base italiana’ e quindi inviò il trattato di istituzione della Nato. Come dire non rispose”… Più recentemente – in una tavola rotonda a Padova l’8/8/2005 – l’Assessore regionale friulano alle Politiche della Pace, Roberto Antonaz, ha dichiarato che in merito alla base militare Usa di Aviano, “sulla quale la Regione non ha competenze dirette, ma […] può intervenire in modo indiretto, abbiamo chiesto che venga reso pubblico l’accordo riguardante l’utilizzo della base e che esso venga adeguato pienamente alla Costituzione e all’ordinamento giuridico italiano. Questo perché ancora oggi la base di Aviano gode di extraterritorialità”. Ma la richiesta della Regione Friuli non è stata ancora accolta e su queste tematiche, nei giorni scorsi, anche grandi quotidiani nazionali hanno dovuto accontentarsi di semplici dichiarazioni anonime di funzionari ministeriali. Riguardo alla base Usa di Vicenza, infatti, il 20/2/2007 La Repubblica riportava che secondo “fonti del Ministero della Difesa […] ‘la base è italiana, è stata concessa in uso gratuito agli Stati Uniti, ma non c’è un millimetro di ogni base militare in Italia che non sia italiano’. Questo significa che anche a Vicenza si rispettano le leggi italiane e che l’autorità che ha il controllo e la potestà legale sulla base e sulle sue modifiche è italiana”. Ciò varrebbe dunque anche per Aviano, però si tratta di affermazioni prive di un volto e in netto contrasto con quanto asseriva un anno e mezzo fa l’Assessore friulano Antonaz. Come stanno dunque le cose? Si può venire a sapere qualcosa di preciso? E, soprattutto, perché mai viene ancora tenuto segreto il testo delle parti non strettamente tecnico-operative dei trattati militari Usa-Italia (ammesso che vi siano, tra l’altro, parti del genere in un trattato…)? Che democrazia è mai questa? Finora assomiglia più che altro a una “repubblica delle banane”…

Luca Benedini

A questo punto, mettendo assieme tutte le (pur contraddittorie) informazioni raccolte, compresa la testimonianza citata da Carlo Susara a pagina 7, si arriva alla conclusione che non solo per Ghedi, ma anche per Aviano e Vicenza non esiste extraterritorialità; ovvero: le basi, le bombe, i militari sono in territorio italiano e sono sotto la giurisdizione dello Stato italiano, il quale risponde di quanto avviene in quelle basi. Ciò rende ancora più pressante la necessità di rimettere in discussione questa situazione di illegalità, sia per quanto riguarda la segretezza degli accordi militari stipulati tra Italia e Stati Uniti, e ciò in violazione degli articoli 80 e 87 della Costituzione, sia per il mancato rispetto, da parte del nostro paese, del Trattato di non proliferazione nucleare. Già due anni fa, nel febbraio del 2005, il Sen. Natale Ripamonti, Coordinatore dei Verdi della Lombardia, aveva trattato questi argomenti in un’interrogazione rivolta all’allora Ministro della Difesa Antonio Martino, ma ottenendo scarsi risultati. Partendo dalla constatazione che “nella base NATO di Ghedi Torre ci sarebbero 40 testate nucleari degli Stati Uniti d’America, tutte bombe di tipo B 61”, il Sen. Ripamonti chiedeva “se non si intenda informare il Parlamento ed il Paese sulla dislocazione delle armi nucleari in Italia, sui rischi oggettivamente connessi a tale dislocazione e su quali reparti delle nostre forze armate siano addestrati all’uso di tali armi e se non si ritenga di dover rendere note le forme ed i contenuti degli accordi segreti che hanno consentito l’installazione di armi nucleari statunitensi sul suolo italiano ed i vincoli ancora vigenti”, per chiedere, infine, “quali iniziative si intenda predisporre per allineare l’Italia a quanto disposto dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari”. Nella sua risposta il Ministro confermava implicitamente la presenza a Ghedi di bombe atomiche, senza contestare né confermare i dati esposti dal Sen. Ripamonti, ma esaltando “il valore della deterrenza nucleare”, perché “soltanto le forze nucleari hanno la capacità di rendere incalcolabile ed inaccettabile per chiunque il rischio di un’eventuale aggressione o coercizione contro l’Alleanza”, e glissando sugli aspetti fondamentali dell’interrogazione. Il Sen. Ripamonti, da noi interpellato, ci ha comunicato l’intenzione di ripresentare l’interrogazione che, speriamo, con un governo di centrosinistra (se regge) possa questa volta ottenere maggior ascolto. Non è che il clima sia dei migliori, anzi. La retorica militarista è ancora molto diffusa e pesano come macigni alcune recenti decisioni del governo, come ad esempio l’aumento, con la finanziaria, del 13% delle spese militari, o l’incauta e intempestiva decisione sulla base di Vicenza, o l’irrigidimento sull’Afghanistan, per cui non si capisce bene come ciò possa essere coerente con la scelta, solennemente enunciata nel programma dell’Unione, di “mettere la vocazione di pace del popolo italiano e l’art. 11 della Costituzione italiana al centro delle scelte che il nostro Paese compie in materia di sicurezza”. E poi addosso alla “sinistra radicale”, agli “estremisti”, ai “massimalisti”. Ma li avete visti i manifestanti di Vicenza? C’entrano qualcosa con lo stereotipo che si vorrebbe far passare nella testa della gente? Due anni fa i Verdi organizzarono una manifestazione davanti alla base di Ghedi. Chissà che non sia venuto il momento di riprendere l’iniziativa, anche qui da noi, per far valere, non solo a parole, le ragioni della pace.

http://www.civetta.info/index.php?p=941